Mi ha fatto sempre ridere quella frase che il figlio1 al citofono e mostrando il lucchetto tranciato, mi diceva “amici, amici e poi rubano la bici”. Ma non parliamo di bici, ma di amici che nel suo caso non erano stati così fedeli.

L’amicizia, per come la concepivano i Greci, era un legame profondo, non qualcosa che nasce da una semplice simpatia o da una frequentazione casuale. Philia era molto di più di una parola, racchiudeva il senso di un rapporto fatto di fiducia, rispetto e, soprattutto, cura reciproca. Ma attenzione, la fiducia non è qualcosa che si ottiene una volta e per sempre, come se fosse un trofeo da mettere in bacheca.

È fragile, ha bisogno di essere alimentata e accudita, proprio come una pianta che cresce grazie alla costante attenzione che le dedichiamo.

E qui viene il punto cruciale: l’amicizia non è un obbligo. Non si può forzare, non si può insistere per cercare di tenere vicine persone che magari non vogliono stare vicine. Quante volte ci capita di voler stringere un rapporto a tutti i costi, di voler forzare un’amicizia, spingendo per creare una connessione che, semplicemente, non nasce in modo spontaneo? Ma così non funziona. Se c’è una cosa che i Greci ci hanno insegnato con il concetto di philia è che l’amicizia deve essere autentica, deve fluire da sola. Non può essere frutto di pressioni, aspettative o desideri unilaterali.

L’amicizia non è una corsa per conquistare qualcuno. Non è qualcosa che si deve mendicare o inseguire. Deve esserci naturalezza, quella sensazione spontanea di voler condividere il proprio tempo, le proprie esperienze, con un’altra persona. E se questo desiderio non c’è, se manca quella scintilla, è meglio non insistere. Perché una relazione forzata, basata su un legame fragile, non durerà mai. Non ci sarà quella base solida che rende l’amicizia qualcosa di davvero speciale.

Quello che rende autentica un’amicizia è la sua capacità di essere leggera e profonda allo stesso tempo. C’è bisogno di sentirsi a proprio agio, di non dover fare sforzi per mantenere il rapporto. Quando senti di dover fare troppa fatica per far funzionare un’amicizia, probabilmente non è vera amicizia. L’amicizia vera si riconosce dal fatto che non c’è bisogno di insistere. Arriva da sola, si costruisce lentamente, senza fretta e, soprattutto, senza la necessità di “dimostrare” qualcosa.

E poi c’è quel fattore fondamentale: la mancanza. Un’amicizia vera la senti quando, all’improvviso, ti accorgi che senza quella persona qualcosa non va. Non è una mancanza fatta di dipendenza o bisogno, ma quel leggero vuoto che senti quando non puoi condividere un pensiero, un momento o semplicemente una risata con quella persona. È una mancanza che ti fa capire quanto sia preziosa quella relazione. Non è la presenza fisica costante che definisce un’amicizia, ma quel legame che resta anche quando non si è vicini.

Nel momento in cui si sente davvero la mancanza dell’altro, ci si rende conto che il legame è autentico. Non si tratta di obblighi, di convenzioni sociali o di frequentazioni forzate. È qualcosa che ti fa capire che quella persona, in qualche modo, è diventata parte del tuo mondo, della tua vita. E quando questa sensazione manca, quando non si sente il bisogno di quella connessione, allora forse non è il tipo di amicizia destinata a durare nel tempo.

Per i Greci, la philia era questo: un legame naturale, fatto di fiducia e rispetto, ma anche di un profondo senso di mancanza quando l’altro non c’è. Non era un legame costruito a tavolino, ma una connessione che si evolveva in modo spontaneo, fluido. Ed è questo il punto. Non bisogna mai insistere o forzare un’amicizia, perché quella naturalezza è ciò che fa la differenza. Quando un’amicizia è vera, lo capisci perché non hai bisogno di fare sforzi. C’è equilibrio, c’è leggerezza, e soprattutto, c’è la sensazione che quella persona faccia parte della tua vita in modo spontaneo, quasi inevitabile.

L’amicizia, come ci insegnavano i Greci, è un cammino che si percorre insieme, ma solo se entrambe le persone lo vogliono. Non ci sono scorciatoie, né pressioni. È un rapporto che nasce e si evolve con il tempo, senza forzature. E forse è proprio questa naturalezza, questa capacità di lasciar scorrere le cose, che rende un’amicizia qualcosa di unico, capace di durare nel tempo.

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