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Una storia stramba, diventata quasi bella e affascinante, forse perché conosciuta in TV. Parlo della serie televisiva di sucesso“DOC nelle tue mani”, con quel figaccione di Argentero. Ricalca e nasconde quello che è successo davvero al super-primario che ho avuto il piacere di incontrare e coinvolgere per un progetto sulla salute mentale e lo stigma che ne consegue.

Pierdante Piccioni – vedi che un nome non vale l’altro, come scrivevo nel mio articolo – un bell’omone, sale e pepe, con uno stile tutto suo decisamente macho, molto simpatico e chiacchiericcio. Ma soprattutto senza filtri. Ma senza filtri davvero! se vuole dirti qualcosa lo fa in modo sincero e genuino. E’ uno degli effetti del trauma che gli ha poi azzerato la memoria.

L’incidente che ha subito (no, non gli hanno sparato) ha congelato la sua memoria di 12 anni. Cioè: poche ore di coma ma che hanno azzerato 12 anni di tutto quello che era successo. Zero, vuoto, nulla.

Hai idea di cosa ci fai in 12 anni?

Lui lo sa bene perché, risvegliatosi dal coma, si era “dimenticato” che molti dei suoi amici e parenti erano cresciuti-ingrassati-invecchiati-ritoccati-cambiati. La sua memoria era rimasta a 12 anni prima. Aveva i figli piccini al punto da ipotizzare che i giovani uomini che si erano presentati, fossero invece comparse per non fargli vivere il trauma che fossero morti con lui nell’incidente. E da lì un’escalation di flash/emozioni/delusioni/gioie concentrate in migliaia di volti, di oggetti, di informazioni e di situazioni che credo non abbia ancora smaltito.

Il trauma subito, lo ha “solo” riportato al gettone per telefonare, senza sapere nulla della tecnologia. Prova a pensare dove eri e cosa facevi 12 anni fa e poi pensa di svegliarti e ripartire da lì cancellando quello che hai fatto dopo. Oppure pensa di svegliarti domani senza sapere invece che sono passati 12 anni. E poi cerca tuo figlio di 5 anni o le chiavi della tua auto e gli appunti sulla scrivania. Tosto eh?

Un reset imposto, che ha obbligato Pierdante a fare scelte mai previste e contemplate. Non sapremo se migliori o peggiori, ma sicuramente lui  si è scoperto molto meglio di quello che gli hanno detto era prima dell’incidente. Mi ha raccontato di aver esaminato le sue vecchie mail, i racconti dei suoi colleghi, le testimonianze di chi gli era amico e di chi lavorava con lui. Non poteva credere di essere così str…!

Cosa gli manca di più non è difficile immaginarlo: non aver visto crescere i figli. Ma non perché non li abbia cresciuti davvero, ma perché non gli sono rimaste le emozioni, le incazzature, le coccole, le risate che in 12 anni sono inevitabili. Ma ai figli è rimasto quello che ha lasciato ed è già tanta roba!

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