Le mie avventure su quattro ruote proseguono, ma non sono io la protagonista, né la mia auto, né il mio cagnone. La vera storia è quella dei gruppi di persone che accompagno in viaggi che chiamiamo “Senza Barriere”. Un nome che racchiude molto di più di una semplice promessa: è una filosofia. È un invito a guardare oltre gli ostacoli, fisici e mentali, che la vita spesso ci mette davanti, e a fare del viaggio non solo un’esperienza di scoperta di luoghi nuovi, ma anche di sé stessi.
L’ultimo di questi viaggi ci ha portati a Valencia, qualche settimana fa. Per chi viaggia con una mobilità ridotta, ogni città può nascondere difficoltà che un viaggiatore nemmeno immagina. Il bello di questi viaggi è che, all’inizio, nessuno conosce nessuno. C’è un gruppo di sconosciuti che si incontrano per la prima volta, ognuno con le proprie paure, dubbi e incertezze. Alcuni si chiedono come andrà, se sarà troppo difficile, se riusciranno a vivere tutto quello che sperano. Eppure, a poco a poco, succede qualcosa di straordinario. Le barriere iniziano a cadere, prima quelle fisiche e poi quelle personali.
A Valencia abbiamo visitato luoghi che sembrano non fatti per chi viaggia in sedia a rotelle. Ma, grazie a una preparazione scrupolosa e a un pizzico di inventiva, abbiamo reso accessibili anche le parti più impegnative della città. Non solo il moderno parco della Città delle Arti e delle Scienze, con i suoi ampi spazi e rampe, ma anche le vie storiche e strette del centro, che normalmente potrebbero sembrare un incubo per chi si sposta su ruote. E vogliamo parlare dello show dei delfini visti in pole position? Neppure la pioggia ci ha fermati e ci siamo rifatti andando al mare il giorno dopo su un semplice automus con rampe che si sono attivare appena ci hanno visti
Fino a una serata flamenco in un posto pazzesco che con qualche barbatrucco, siamo riusciti a sistemarci con le nostre ruote e, anche se sembra difficile pensarlo, pure a ballare da seduti: basta guardare la foto.
Il vero miracolo, però, accade dentro le persone. In quei quattro giorni a Valencia, i partecipanti hanno condiviso risate, emozioni, momenti di stanchezza e felicità. E, alla fine, sono diventati amici. Il gruppo di WhatsApp che abbiamo creato alla partenza, nato come uno strumento per coordinare le giornate, si è trasformato in un luogo dove continuiamo a sentirci, scambiare foto e ridere insieme. Quella che all’inizio era una comitiva di sconosciuti è diventata una piccola famiglia temporanea, tanto che, quando ci siamo salutati, più di qualcuno ha versato una lacrima.
Io assicuro che tutto sia come promesso e intervengo spegnendo il fuoco o animando le acque quando serve.
Ma ciò che rende davvero speciali questi viaggi è un’altra cosa: l’energia che si crea. Le barriere, alla fine, ce le dimentichiamo. Non esistono più. Restano solo le emozioni, le risate, le storie condivise, i tramonti ammirati insieme. In quei giorni, non ci sono limiti. Ogni tappa diventa un piccolo successo, ogni passo in avanti è una conquista per tutti. E la magia di quei momenti resta con noi anche dopo la fine del viaggio.
La prossima destinazione? Questa volta vogliamo puntare ancora più in alto. Un viaggio ambizioso, che ci porterà in luoghi ancora più sfidanti, dove le barriere sembrano insormontabili. Ma lo abbiamo imparato bene: con la giusta preparazione, niente è impossibile. L’esperienza ci ha insegnato che ogni sfida può essere superata, e che la vera barriera è solo quella che poniamo dentro di noi.